L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana che realizza forme creative di espressione estetica partendo ed utilizzando tecnica, abilità e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Nella sua accezione odierna l'arte, attraverso linguaggi creativi e codici estetici, è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni. L'arte, specialmente se vista sotto l'aspetto di una professione, è il frutto di una antica tradizione svolta nell'osservanza di alcuni canoni codificati nel tempo.
Il concetto moderno di cultura (che deriva dal verbo latino colere, "coltivare") può essere inteso come quel bagaglio di conoscenze ritenute fondamentali e che vengono “coltivate” e trasmesse di generazione in generazione. Nella accezione antropologica una cultura è il variegato insieme dei costumi, credenze, atteggiamenti, valori, ideali e abitudini di una società, riguarda l’individuo e la collettività che condivide un'identità culturale.
L’esperienza circense è senza dubbio espressione artistica con una forte connotazione culturale, forse maggiormente accentuata rispetto ad altre forme artistiche perché implica il coinvolgimento della vita intera dei suoi operatori.
La capacità di trasmettere emozioni è prerogativa del circo ed è già percepibile dall’esterno della struttura stessa: la pubblicità (la “parata” purtroppo non più possibile in quasi la totalità delle città italiane), il tendone, le luci, l’accoglienza nel foyer , la musica, l’odore dello zucchero filato, fanno parte di quel complesso di elementi che già predispongono il pubblico perché si lasci emozionare. Lo spettacolo è una costante interazione tra pubblico ed artisti che si susseguono all’interno della pista. Anche la struttura stessa dello spettacolo è studiata per favorire un “crescendo” fino al finale che, quando lo spettacolo è ben condotto, lascia nello spettatore il desiderio di rimanere ancora un po’, di intrattenersi ancora quasi per prolungare e non disperdere le emozioni provate. C’è poi il saggio alternarsi delle attrazioni di acrobatica capaci di provocare suspense e di comicità che scarica il carico adrenalinico, di numeri di animali capaci di suscitare meraviglia, quanto di provocare tenerezza.
Questa arte è “coltivata” e trasmessa all’interno della famiglia, intesa nella sua nuclearità ma anche e soprattutto nel senso più ampio di “clan”.
L’«arte» circense non implica soltanto la capacità di eseguire un numero all’interno dello spettacolo quanto la partecipazione alla conduzione dell’intero complesso, dal viaggio al montaggio delle attrezzature, dalle pubbliche relazioni alla gestione delle luci e dei suoni, insomma a quel complesso di attività che concorrono alla costituzione dello spettacolo. Questo villaggio viaggiante comporta anche una serie di attività che non sono strettamente connesse allo spettacolo ma che concorrono al suo mantenimento come il trasporto e lo stazionamento delle carovane, impiantistica, meccanica, e in genere quanto necessario per garantire una certa autonomia della vita sociale interna al complesso circense. Anche la vita sociale e familiare ha bisogno di una “sapienza” fatta di atteggiamenti, di abitudini, di valori che derivano dalla tradizione della Gente del Viaggio. In questo complesso di valori e significati, l’aspetto religioso ha una sua caratteristica particolare derivante dalla pura tradizione familiare se si pensa che i contatti con la “Chiesa” ufficiale e dei suoi ministri è sempre più rara ed occasionale. Così la preghiera personale e il raccomandarsi al Signore prima di entrare in pista, come il rapporto sostanziale e vivo con i propri defunti. Nel Circo l’Arte si mischia con la Cultura, l’una è a servizio e si fa carico dell’altra.
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